Data: 2014
Luogo: Santa Maria la Carità (NA)
Il nuovo complesso parrocchiale è strutturato secondo l’articolazione della villa rustica romana (primo insediamento del territorio stabiese), nella quale le tre parti: pars dominica, pars rustica e pars fructuaria, si sviluppavano e si affacciano attorno ad un patio per le attività all’aperto.
In maniera analoga il progetto individua una spazio centrale per le diverse attività e celebrazioni all’aperto (una sorta di sagrato esteso) delimitato dai volumi che ospitano le aule, la sala parrocchiale, gli uffici e la casa canonica e sul quale si affaccia la chiesa.
Si crea così uno spazio chiuso e protetto, luogo e casa della comunità parrocchiale.
Il tema ideale della composizione architettonica della chiesa è quello dello svelamento del Mistero divino: l’edificio si apre, rompe l’involucro esterno (metafora del legame terreno) per svelare al suo interno una natura divina e preziosa. La forza che rompe tale legame è quella della Risurrezione, la stessa che spostò la pesante pietra del Sepolcro.
La chiesa proposta è anche metafora delle due nature di Maria, alla quale la chiesa è dedicata: Maria Mater Ecclesiae, rappresentata dal movimento rotatorio dell’involucro esterno che abbraccia il volume interno della chiesa e Maria Mater Dei, colei che gloriosamente ascende al cielo, rappresentata dalla spinta verticale che innalza e rompe l’involucro stesso.
L’architettura tenta di così di “esprimere l’inesprimibile e rendere visibile l’invisibile”.